Attraverso i problemi di un fumettista, seduto alla sua stravagante scrivania durante un apparente blocco creativo, intento in disparate imprese da equilibrista e giocoliere perditempo, riacquistiamo lo stupore, la meraviglia, il valore della partecipazione e la responsabilità dell’equilibrio con l’altro.

Come fruiamo dei “profili” degli altri? Siamo più affascinati dal profilo o dall’interiorità?

Quanti profili abbiamo? Ci basta la superficie del nostro essere per fare di noi degli individui all’interno della collettività?