Intervista a Francesco e Caterina, in residenza artistica ad OfficinAcrobatica
Chi siete e in cosa siete specializzati?
Francesco: Sono Francesco Lanciotti, nato ad Ascoli Piceno, e ho iniziato a praticare il circo all’età di 19 anni. I miei genitori gestiscono la compagnia “Compagnia dei Folli”, seguendo le loro orme ho deciso di formarmi presso la Flic di Torino, specializzandomi nelle cinghie aeree. Dal 2015 collaboro con la compagnia “Finzi Pasca” e grazie al circo ho avuto l’opportunità di viaggiare sia in Europa che all’estero.
Caterina: Io sono Caterina, originaria di un piccolo paese del Piemonte. Dopo aver praticato il pattinaggio artistico, mi sono dedicata alla danza contemporanea e classica. Ho studiato in Turchia e ho completato il liceo in Italia, successivamente ho frequentato l’università a Bologna. Durante questo periodo ho lavorato sia come insegnante di danza che, sempre nell’ambito artistico, presso il teatro del Baraccano. Dopo la laurea, ho lavorato presso il consolato italiano di Istanbul, ma ho capito che la carriera politica non era la mia vocazione. Tornata a Bologna, ho iniziato a prendere lezioni di tessuto aereo e mi sono appassionata al circo. Ho studiato corda e cinghie aeree in Canada nel 2015 e ho viaggiato molto per workshop, lezioni e spettacoli. Come Francesco, ho iniziato a lavorare con la compagnia “Finzi Pasca” e ora siamo partner sia sul lavoro che nella vita.
Come vi siete conosciuti e quando è nato il vostro duo?
Caterina: Ci siamo conosciuti quando stavo iniziando a praticare le cinghie aeree in Canada e cercavo qualcuno con cui allenarmi quando tornavo in Italia. Così ho scritto a Francesco e siamo rimasti in contatto. Ci siamo reincontrati in diverse occasioni, sia in Canada a Montreal, sia in Messico nel 2020, mentre entrambi eravamo in tournée con le nostre rispettive compagnie. Dopo la pandemia, entrambi ci siamo trasferiti a Torino e da lì la nostra relazione è cresciuta. Nel 2021 abbiamo deciso di andare a convivere e l’anno successivo abbiamo presentato la nostra prima performance insieme.
Come si chiama il vostro duo?
Francesco: Inizialmente ci chiamavamo Duo Flying Seeds, ma questo nome è ormai parte del passato. Ora ci presentiamo semplicemente come Francesco e Caterina.
Com’è lavorare insieme, visto che siete anche partner nella vita?
Francesco: Nonostante proveniamo da background artistici diversi, ci completiamo a vicenda. Abbiamo un linguaggio tecnico differente poiché proveniamo da formazioni diverse, ma riusciamo a superare queste differenze comunicando apertamente.
Caterina: Siamo molto professionali e sappiamo separare la nostra relazione personale dalla nostra collaborazione professionale. Ciò che ci unisce è la nostra passione comune per il circo e la nostra intenzione di creare spettacoli leggeri e coinvolgenti.
Su cosa vi state concentrando in questa residenza?
Ora stiamo lavorando ad un altro progetto iniziato nel 2023 che avevamo messo in pausa a causa di altri lavori e inconvenienti.
In questa residenza lo stiamo rispolverando, in generale non è la nostra preoccupazione principale ora, a causa dei nostri impegni, però vorremmo dedicarci tutte le nostre energie il prima possibile.
Di cosa tratta il vostro progetto?
Francesco: Il nostro progetto esplora i sistemi di protezione personale e come essi possono influenzare le nostre relazioni con gli altri e con noi stessi. Utilizziamo l’immagine di un’armatura come simbolo di questi sistemi di protezione e esploriamo come possono diventare dannosi quando applicati in contesti relazionali. Vogliamo trasmettere al pubblico il concetto del dolore che questi sistemi possono causare, sia a noi stessi che agli altri, sia fisicamente che emotivamente.
Cosa volete trasmettere al pubblico?
Caterina: Vogliamo creare un’atmosfera coinvolgente utilizzando le tecniche del circo come forma di comunicazione. Non abbiamo una storia definita nello spettacolo, lasciamo che il pubblico crei la propria narrazione attraverso la propria fantasia.
Cosa vi caratterizza come duo?
Francesco: Ci unisce la nostra intenzione di leggerezza, sia nel senso tecnico che emotivo. Ci piace che il nostro corpo si muova con fluidità e che lo sforzo necessario per realizzare le nostre performance non sia evidente per il pubblico. Vogliamo affrontare temi complessi in modo leggero, senza angosciare il pubblico.
Visto che voi avete viaggiato e viaggiate tanto, cosa riprendete dall’estero?
Caterina: Viaggiare ci ha reso aperti e disponibili a ciò che accade intorno a noi. Abbiamo imparato ad apprezzare le diverse culture e ad adottare approcci diversi alla vita quotidiana. Questa apertura mentale influisce sul nostro lavoro artistico, rendendoci più creativi e flessibili.
Intervista a cura di Valentina Tartaglione,
studentessa del DAMS Bologna,
in tirocinio ad OfficinAcrobatica.